Il cross-linking corneale è una procedura innovativa e poco invasiva utilizzata per rallentare o arrestare la progressione del cheratocono, una patologia degenerativa della cornea che ne causa l’assottigliamento e la deformazione.
Questo trattamento è oggi considerato il più indicato per preservare la vista nei pazienti affetti da questa condizione. Vediamo insieme quando si rende necessario, in cosa consiste e cosa aspettarsi dopo la procedura.
Quando si interviene con il cross-linking?
Il cross-linking viene raccomandato nei pazienti con cheratocono in fase evolutiva. Questo significa che se nel tempo la forma della cornea continua a peggiorare con un aumento dell’astigmatismo irregolare e una progressiva perdita della qualità visiva, è fondamentale intervenire precocemente per stabilizzarla.
Il trattamento non corregge il difetto visivo, ma ne blocca l’avanzamento, rinforzando la cornea e prevenendo, così, la necessità di un futuro trapianto corneale.
Come si svolge il cross-linking corneale?
Pur essendo un trattamento ambulatoriale, il cross-linking corneale richiede una procedura precisa e ben strutturata. Il paziente si accomoda su un lettino e vengono instillate gocce di anestetico per rendere l’occhio completamente insensibile. Si procede quindi con la rimozione dell’epitelio, il sottile strato superficiale della cornea, per consentire una migliore penetrazione della riboflavina (vitamina B2).
Questa sostanza viene applicata sulla superficie oculare e lasciata agire per alcuni minuti. Successivamente, si espone l’occhio a una luce ultravioletta controllata, che attiva la riboflavina e induce la formazione di nuovi legami tra le fibre di collagene della cornea, rafforzandola.
Al termine si applica una lente a contatto terapeutica, che funge da bendaggio protettivo e favorisce la guarigione epiteliale.
Il cross-linking corneale è doloroso?
Durante la procedura per trattare il cheratocono, il cross-linking non provoca alcun dolore grazie all’anestesia topica. Il paziente dovrà semplicemente rimanere fermo a fissare una luce UV per alcuni minuti, un’attività più noiosa che dolorosa.
Una volta tornati a casa, possono comparire bruciore, lacrimazione e una sensazione di corpo estraneo nelle prime 24-48 ore. Questi sintomi sono normali e legati alla rigenerazione dell’epitelio corneale. Per questo motivo, si consiglia di tenere gli occhi chiusi e riposare nelle ore successive all’intervento.
Cosa succede dopo il trattamento?
La guarigione dopo il cross-linking corneale avviene in due fasi distinte. Nella prima, che dura pochi giorni, la lente a contatto protegge la cornea durante la riepitelizzazione. Una volta rimossa, la visione sarà ancora parzialmente offuscata, ma inizierà a migliorare progressivamente nel corso delle settimane.
Il recupero visivo ha un andamento graduale e può presentare fasi altalenanti. È possibile percepire piccole differenze tra i due occhi e lievi fastidi, come sensazioni di sabbiolina o annebbiamenti transitori. Queste manifestazioni sono comuni e tendono a risolversi spontaneamente.
Sarà nel passare delle settimane che la visione tenderà a diventare sempre più performante, fino a stabilizzarsi dopo qualche mese. A distanza di 3-4 mesi, è previsto un controllo approfondito per valutare l’efficacia del trattamento e stabilire se siano necessari ulteriori interventi o se il processo di stabilizzazione si possa considerare completato.
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